Torna al blog
PoeMusìa

Si riapre il giardino del B&B con il ritorno di PoeMusia, l'unione tra la poesia di Edoardo Gallo e la musica del compositore Giuseppe Laudanna che amplifica la forza emotiva della Poesia stessa.
Un’unione tra Poesia e Musica, un neologismo per contenere l'emozione di queste due arti in un' unica parola.
Ed ecco che dall' emozione della Poesia nasce la prima nota, non un accompagnamento improvvisato, ma una struttura artistica che
porta la Musica a valorizzare le parole e la Poesia a valorizzare le note in completa fusione, in un amplesso artistico dal quale nasce questo straordinario spettacolo.
Posti limitati, necessaria prentazione via whatapp 3480847714.
In caso di maltempo, l'evento verrà rinviato al 21 maggio.

PoeMusìa  Edoardo Gallo - Giuseppe Laudanna

POEMUSIA:
un’unione tra Poesia e Musica, un neologismo per contenere l'emozione di queste due arti in un'unica parola. E di più ancora PoeMusia è una Musa che tenta di rappresentare l'ideale supremo dell'arte in un momento storico dove la parola "perduti" è sinonimo di "umanità" e dove "ritrovati" deve essere l'obiettivo comune di tutti per ritrovare quel senso di comunione, di bellezza e di amore senza il quale non possiamo vivere.
PoeMusìa pone il suo primo seme da un'intuizione di Gallo e Laudanna per il bisogno e la volontà di esprimere la forza emotiva della Poesia dell'uno attraverso la tenace empatia della Musica dell'altro:
reciprocamente, scambievolmente. Poesia e Musica, complici dentro un riverbero nella prima luce del mattino che riflette i colori del cosmo in una pozza d'acqua e dalla pozza ritornano al cosmo carichi di tutta la necessaria umanità che desideriamo.
Ed ecco che dall'emozione della Poesia nasce la prima nota e poi lo spartito e poi una Musica "cantata" dalla Poesia, non un accompagnamento improvvisato ma una struttura artistica che porta la Musica a valorizzare le parole e la Poesia a valorizzare le note in completa fusione, in un amplesso artistico dal quale nasce questo straordinario spettacolo.

Casa – Nova Esperanto. L’album perduto del 2006

https://www.rockambula.com/casa-nova-esperanto-lalbum-perduto-del-2006/Quindici anni dopo, il vero primo album dei Casa ha più senso che allora.
[ 04.10.2021 | Dischi Obliqui | experimental rock ]

«Se le masse non sanno
come si presenti la loro giornata
dipende solo
dalla precisione ancora insufficiente
dei loro sogni»
(citazione dello scrittore tedesco Bernward Vesper dal romanzo Il viaggio presente nel libretto)

Il nuovo album dei Casa, progetto fondato dal mentore Filippo Bordignon, si pone a conclusione di un ciclo personale di tre album che mi sono regalato in questi giorni di pioggia e che paiono avere un comune denominatore che va oltre l’aspetto stilistico.

Come Claudio Milano e Davide Riccio, anche il vicentino ci regala un’opera di non facile ascolto, sperimentale ma senza la pretesa di essere innovativa, completamente depauperata di ogni ornamento inutile, pienamente libera e senza alcun desiderio di piacere ad ogni costo, in totale contrapposizione sia al commerciale sia all’alternativo per forza di cose.

Le scelte in controtendenza di Bordignon sono una prerogativa del musicista che già ne diede prova quando, nel 2015, decise di rinunciare all’esposizione live della sua musica per concentrarsi sulla produzione in studio come unico membro fisso sempre brillando per audacia e talento.

***

Questo nuovo disco non è un modo nuovo e maturo di interpretazione del presente in quanto trattasi di registrazioni del passato, inizialmente rifiutate dalle tante piccole etichette presenti nella capitale meneghina, realizzate da Bordignon e Fabio De Felice ad occuparsi della composizione elettronica.

Un complesso concept incentrato sui personaggi degli anni di piombo come il terrorista Ulrike Meinhof, il giornalista e agente segreto Guido Giannettini, l’editore Giangiacomo Feltrinelli e ovviamente le Brigate Rosse, registrato nel 2006 e riarrangiato, missato e masterizzato a Vicenza da Gigi Funcis tra l’agosto 2020 e febbraio 2021.

Elettronica ipersatura che crea mondi inquieti tra dark ambient, post-industrial, dark jazz e quella che gli stessi autori hanno definito, con lo spirito sarcastico delle scene avanguardistiche underground anni Ottanta, “punk’n’loop extraparlamentare”.

Come detto in principio, questo disco arriva a dare un calcio alla voglia dell’alternativo presente di essere parificato al commerciale eppure si tratta di un’opera di tanti anni fa; il passato che spiega il presente e, che ci crediate o no, non vi è alcuna forzatura nelle mie considerazioni. Innanzitutto perché gli arrangiamenti e le partizioni, le tracce di Nova Esperanto erano ancora forme incompiute a cui, oltre ai due noti, metteranno mani Gigi Funis ed altri per trasformarle in ciò che stiamo ascoltando; ma anche perché lo spirito ma soprattutto la voglia di rimarcare con decisione il preciso ruolo di artista/musicista, oggi è acuita e rivendicata con una sorta di benevole violenza ma era già presente alle origini, quando probabilmente l’entusiasmo creativo mascherava il tutto rendendo le cose più tollerabili dagli stessi demiurghi.

***

Tornando al disco, nonostante la pesantezza sia dell’elettronica, sia dei suoni, della struttura compositiva e dell’utilizzo della voce a tratti limitata a rumori volutamente sgradevoli e parole sconnesse, l’ascolto è inspiegabilmente piacevole con le sue infinite contaminazioni a creare un blob amorfo solo all’apparenza ma in realtà ben distinguibile, una sorta di miscela tra turbante e rilassante come guardare un film di Cronenberg, come una cena a casa di Burroughs, come un sogno folle che danza al confine con l’incubo.

L’estetica fuori da ogni logica di mercato di un disco come Nova Esperanto rappresentava, al momento della sua creazione, una sorta di colpo di coda di un intero mondo nato negli Ottanta, un sottobosco anarchico fatto di registrazioni grezze scambiate tra amici, di libertà creativa che esplodeva in piccoli luoghi pieni di idee, di curiosità e di punk in evoluzione come nel caso di realtà quali i Gustoforte.

Se nel 2006 questo disco non poteva che suonare come atto finale di una minirivoluzione incompiuta, oggi acquista un nuovo ruolo, quello di portavoce della miriade di artisti che non ci sta a sentirsi dare del rosicone solo perché non raggiunge i numeri del trapper di turno o della band rock passata dalla tv. Un ruolo di artista libero e indipendente che mette sé stesso prima di ogni cosa, il vero sé stesso, quello che si traduce nelle sue creazioni, che esiste solo perché loro esistono esattamente come ce le presentano e che, così facendo, (ri)traccia una linea di demarcazione tra musica come intrattenimento, lavoro, soldi e successo e musica come Arte.

Siamo destinati a ripeterci, ora più che mai, ma un disco come questo è esattamente ciò di cui non pare avere minimamente bisogno il mondo là fuori ma è ciò di cui ho disperato bisogno io e spero anche tu che stai leggendo ed ascoltando Casa, Nova Esperanto.

Osserva il pioppo tremulo - Silvia Battistella

L’ultima silloge di Silvia Battistella (Il sapore del vento -Ed Del Leone, Spinea Ve, 2011, Isole - Aletti Ed, Roma 2012, Canzoni per il Lupo - Ed La Gru, Padova 2012, i racconti de La Felicità elementare - Ed Cleup, PD) si arricchisce dell’incontro con la musica di Geppino Laudanna e della ricerca poetico-visiva del fotografo Paolo Spigariol. Il testo, che si compone di due sezioni ("Tavole Anatomiche" e "Osserva il pioppo tremulo", che dà il titolo alla raccolta), è impreziosito in calce da alcuni Q-code contenenti dei video frammenti, letti dall’autrice stessa, commentati musicalmente e visivamente dai due artisti. Una collaborazione che genera una trama complessa ed evocativa, ricca di sensazioni, dove parola poetica, suono e immagine si fondo insieme potenziandosi reciprocamente.




Nota biografica

Vivo e lavoro in provincia di Treviso. Collaboro stabilmente con Il Portolano Scuola di Scrittura Autobiografica e narrativa, nella progettazione e conduzione di corsi propedeutici e come docente nella prima annualità della Scuola di scrittura, SCAVO.

Appassionata di lettura ad alta voce, sono co-ideatrice e promotrice delle Letture Selvagge, serate itineranti e corsare dedicate allo scambio letterario. Ho organizzato e partecipato a vari reading (Spazio Paraggi, Palazzo Bomben, Caffè Indimenticabile, Teatro Capovolto, Villa Guidini, Bistrot Venice, Loggia dei Cavalieri, Palazzo Rinaldi, Libreria Lovat, Feltrinelli, IBS, Libreria Universitaria). Ho letto per CartaCarbone, per SoleLuna, per Selaluna. Ho prestato la voce ad amiche e amici come Violante Vibora, Roberto Masiero, Annalisa Bruni, Elisabetta Baldisserotto, Alessandro De Bei, Saveria Chemotti, Nicoletta Bidoia.  Di recente ho collaborato con Paolo Spigariol per il suo film fotografico Clorofilla, il respiro del pianeta, 2022 (musiche di Geppino Laudanna).

Ho collaborato attivamente alle prime tre edizioni di CartaCarbone Festival letterario di Treviso curando i laboratori di scrittura autobiografica, le letture itineranti, la regia dell’evento “Per una Musa ritrovata” e partecipando al primo e al secondo CartaCarbone Poetry Slam.

Ho ideato e condotto per la BRA di Treviso il corso per educatori propedeutico alla scrittura creativa nei bambini 5W- Five W for kids. Nel 2020 ho ideato e proposto con il musicista Silvano Borin Favole al Juke box, un reading interattivo dedicato a Gianni Rodari.

Recentemente ho condotto dalla pagina FB de Il Portolano il Piccolo Diario Indispensabile, chiacchierate in diretta sulla scrittura autobiografica.